Martedì 11 giugno
Questa mattina inseriamo nel nostro itinerario una visita alla Feira da Ladra, il mercato delle pulci più popolare di Lisbona.
Prendiamo uno dei tanti tram che girano per la città, scendiamo al limitare del quartiere di Alfama ed entriamo nel vasto spazio riservato.
Siamo molto contenti di fare un giretto in questo antico mercato, una tappa "insolita", non propriamente turistica, ma decisamente caratteristica, qui, ci dicono, si respira la vera anima di Lisbona.
Ci troviamo di fronte a innumerevoli stand che vendono di tutto, dall'abbigliamento all’antiquariato fino all'immancabile street food, il tutto immerso in un'atmosfera assolutamente vintage. Forse troppo vintage, insomma, stile “svuota credenze”.
Gli stand sono parecchi, alcuni abbastanza ammassati, con bancarelle sgangherate e messe su con mezzi di fortuna. Mi colpisce molto un “banchetto”, dove la gente pesca per terra da mucchi di abiti usati che odorano di muffa, il tutto per 50 centesimi al pezzo!
Soddisfatta la nostra curiosità saliamo sul Tram 28, che qui chiamano “l’eletrico” e facciamo il primo di molti giri, Fuori è giallo, mentre dentro è rivestito di legno come gli scomodi sedili. Si arrampica su strade e stradine strette e ripide e guardare dal finestrino è proprio uno spasso.
Scendiamo davanti all’imponente Cattedrale, affettuosamente chiamata Sé, dall’abbreviazione di Sé Patriarcal (sede vescovile), o Igreja de Santa Maria Maior.
Fu costruita sulle rovine di un’antica moschea per volontà del primo re del Portogallo ed è una meravigliosa fusione di stili.
L'interno è buio, ma la luce che entra dalle grandi vetrate colorate mette in evidenza il suo contenuto, sarcofagi, tombe, statue e stemmi in pietra di sovrani e signori della corte. Poi entriamo nel chiostro, dove non c’è quasi nessuno, al centro vi sono scavi recenti, una guida ci dice che hanno fatto importanti scoperte trovando reperti archeologici sia romani, che arabi e medievali.
Saliamo nella parte superiore della cattedrale che chiamano “il coro”, qui possiamo godere di meravigliosi giochi di luce colorata grazie ai raggi di sole che entrano dall’enorme rosone e poi visitiamo le stanze del tesoro per vedere vesti, gioielli e reliquie di differenti epoche.
All’uscita mangiamo all’aperto in un delizioso ristorantino che si chiama “El conquistador”. Facciamo una pausa con il pesce, scegliamo omelette con gamberetti e “Frango assado”, pollo arrosto con cipolle e olive e poi soddisfatti ci incamminiamo per andare a visitare il Castello di San Jorge.
Ovunque ci siamo trovati in centro, ci bastava alzare gli occhi e ci trovavamo davanti alla vista suggestiva del Castello di San Jorge, arroccato in cima alla collina, un’immagine suggestiva e molto romantica, soprattutto la sera quando il castello illuminato assume un’atmosfera davvero magica.
Così varchiamo il portone d’accesso con molte aspettative e ci rendiamo conto che, senza nulla togliere alla sua bellezza, ci sono solo imponenti mura merlate e bastioni.
Il castello infatti fu quasi completamente distrutto con il terremoto del 1700 e ricostruito in tempi moderni, cercando di rispettare la sua forma e il suo stile.
Ha un’aria veramente imponente, e sono certa che la vista di questo edificio nei secoli passati doveva risultare a dir poco minacciosa.
Saliamo al Belvedere che è sicuramente il miglior punto di osservazione per ammirare dall’alto questa meravigliosa città e poi scendiamo nei bei giardini reali, ricchi di alberi e piante tipiche del Portogallo.
Quando usciamo facciamo due passi per il quartiere medioevale di Santa Cruz, uno dei più antichi e pittoreschi di Lisbona, tra strette stradine e panni stesi, c’è una gran calma e poca gente in giro.
Ci fermiamo al Miradouro de Santa Luzia, uno dei più bei belvedere della città e dal quale si gode una splendida vista sul fiume Tago e sui tetti rossi dell’Alfama, dove beviamo un bicchiere di Sangria per rinfrescarci. Che meraviglia questa terrazza ad archi tutta ricoperta di piante e fiori, e che dire delle azulejos, le tipiche piastrelle portoghesi, tappezzano le pareti!
Riprendiamo “l’eletrico 28” che non è solo un semplice mezzo di trasporto, ma una vera e propria icona legata strettamente alla cultura e alla storia della capitale portoghese, entrò in funzione per la prima volta alla fine del 1800 e da allora non si è più fermato, accompagnando orgogliosamente abitanti e turisti in giro per la città.
Una pausa come sempre in hotel dove ricarichiamo le forze.
Andiamo a cena in pieno centro e ci coccoliamo con due buonissimi piatti di baccalà. Qui in Portogallo dicono di avere 365 ricette diverse di baccalà, una per ogni giorno!
Per finire due passi fino al Caffè letterario, storico bar, nel cuore del Chiado, amato dal poeta scrittore portoghese Pessoa, al quale è stata dedicata una statua seduta ad uno dei tavoli situati fuori dal bar e finalmente a letto.
Mercoledì 12 giugno
Questa mattina andiamo a Belem, prendiamo prima la metro e poi il Tram numero 15. Belem è un affascinante quartiere che si trova a soli 7 km dal centro di Lisbona, ma effettivamente è un mondo a sé, un incanto da visitare durante una giornata di sole. Ci sono un lungofiume che si snoda per chilometri, ampi spazi aperti con parchi e giardini, stupendi monumenti in stile manuelino che sembrano risplendere con la luce del sole, sarà una giornata incredibile, me lo sento!
Appena arrivati la prima cosa che incontriamo è l'imponente Torre, il monumento più famoso del quartiere di Belém. Maestosa ed elegante è in realtà un bastione di 30 metri con quattro piccole torri, costruita sul Tago in una posizione dominante. La giornata è così limpida che il colore grigio perla della torre si staglia sul cielo azzurro e ci lascia a bocca aperta.
Attraversiamo il ponte levatoio e accediamo subito alla grande terrazza del primo piano, ci guardiamo intorno notando l’eleganza dei particolari, tra pinnacoli e statue, qui lo sfarzo della facciata esterna è ancora più evidente. Ci attirano le grosse torrette di vedetta dove si può anche entrare.
Vogliamo salire fino in cima, ci sono tre piani raggiungibili con una stretta scala a chiocciola. L’interno è molto meno appariscente, infatti era un avamposto militare, c’è quindi solo qualche sala spoglia, ma le grandi finestre e la loggia cinquecentesca sono veramente bellissime, poi raggiungiamo il camminamento sulle mura difensive e la terrazza panoramica, dove scopriamo che da qui il panorama che si gode sul fiume Tago e sul ponte del 25 aprile è magnifico.
Una volta scesi ci incamminiamo verso il monumento alle scoperte. Man mano che ci avviciniamo la vista ci lascia senza fiato, ci rendiamo conto che è enorme, ma soprattutto il marmo bianco con cui sono fatte le sculture contro l’azzurro del cielo, quasi mi acceca per il forte contrasto, mi devo sedere per guardarlo bene, che meraviglia!
Il monumento, costruito sulle rive del fiume Tago, rappresenta un'enorme caravella di pietra decorata su entrambi i lati da molte sculture che raffigurano i protagonisti delle grande imprese marinare del Portogallo: navigatori, cartografi, colonizzatori, missionari, guerrieri, scrittori, re e regine.
Sul pavimento della piazza davanti al monumento c’è una rosa dei venti di 50 metri di diametro, un originale mosaico di piastrelle rosa, bianche e nere, al suo interno invece c’è un enorme planisfero in cui sono indicate le scoperte e i luoghi raggiunti da tanti navigatori portoghesi: mi sembra incredibile quanti siano i territori raggiunti, con piccole navi, e chissà quanto coraggio, spirito d’avventura e desiderio di scoperte ci sono voluti!
Ci divertiamo ad “esplorare” il mondo passeggiando su e giù per la piazza, seguendo le antiche rotte dei grandi marinari portoghesi.
Pranziamo da “Nosolo Italia”, ristorante italiano ... si fa per dire ... con prosciutto e melone e poi via, sotto ad un sole cocente, attraversiamo la piazza e andiamo al Monastero dei Geronimi, sfarzoso, bianchissimo ed imponente.
Anche qui tutto gira attorno ai viaggi, i Geronimi, monaci che per quattro secoli abitarono all’interno del monastero, avevano la funzione spirituale di assistere e confortare i marinari.
Entriamo subito nella chiesa principale che è davvero particolare, sul soffitto i decori ricordano le cime e le reti dei navigatori e ci sono gli stemmi originali delle caravelle
Ci sono poi le tombe di importanti personaggi della storia portoghese, come ad esempio quella di Vasco da Gama e di Fernando Pessoa.
Poi entriamo nel chiostro, un luogo di pace, di tranquillità e di spiritualità. L'architettura, la disposizione degli archi e gli scorci sono impareggiabili.
Ovunque è un trionfo di decorazioni manueline, le colonne sembrano ricami, i rilievi, i medaglioni e le nervature in pietra dorata di Alcantara, si accendono di splendidi riflessi color miele con la luce calda del sole.
Ci prendiamo tutto il tempo necessario per ammirare questo chiostro nella sua straordinaria bellezza, veramente magnifico anche quello superiore collegato al coro alto della chiesa. Visitiamo anche l’antico refettorio e la Sala Capitolare e sostiamo lungo le scale al riparo dal grande caldo, quasi soffocante.
All'uscita veniamo attirati da un buonissimo profumo di crema e vaniglia, ci guardiamo intorno e scopriamo una lunga fila davanti alla Casa Pasteis de Belem.
Non ci spaventiamo e ci mettiamo in fila anche noi.
Vogliamo assaggiare i pasteis de Nata, pastine di croccante pasta sfoglia con ripieno di crema servite calde e da spolverizzare abbondantemente di zucchero a velo e cannella. Ah, una vera bontà!
Siamo esausti così decidiamo di tornare a Lisbona con un battello che fa una piccola crociera su Tago.
La barca è piccolina, ma noi troviamo posto all’aperto e ci godiamo un’oretta di traversata, rivedendo sulla sponda tutti i monumenti e le piazze di questa incredibile e meravigliosa città. Passiamo anche sotto il ponte xxv aprile che ci ricorda quello di San Francisco.
A proposito ... questo fiume è grandissimo, si fatica a vedere l’altra sponda, sembra proprio un mare con i suoi profumi, le imbarcazioni e i gabbiani che risalgono le sue acque dal mare, che mandano incessantemente i loro gridi.
Siamo allietati da musica locale ed il sole ci accompagna durante tutto il viaggio smorzato da una leggera brezza, così che, quando arriviamo, siamo rossi come due peperoni, non ce ne siamo nemmeno accorti, ma siamo proprio “cotti”
Puntatina in hotel per guardare le foto, Duilio ne ha fatte 300 e per riposarci e poi di nuovo in giro per la cena. Andiamo nel quartiere della Bixa dove c’è “Fiesta”, molti girano con buffi cappellini a forma di sardina e in ogni strada ci sono griglie roventi e pronte per cucinare sardine e salsicce. C’è una marea di gente che ride, balla, suona in ogni angolo e ... beve naturalmente, tanto! Troviamo il solito ristorantino con i tavoli all’aperto e gustiamo dell’ottimo pesce, Il cameriere conosce un po’ di italiano ed è simpatico e chiacchierone.
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