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Immagine del redattoreLannaronca

Trieste in tre giorni - maggio 2015 - 1 parte

19 maggio 2015

Vogliamo far conoscere Trieste ai nostri amici, così organizziamo un bel fine settimana assieme a loro in questa città meravigliosa che tanto amiamo.

Partiamo da Bologna in sei, due ci raggiungeranno domani e lungo il tragitto, dopo l’immancabile caffè in autogrill, facciamo una tappa a Redipuglia il più grande sacrario italiano dedicato ai caduti della Grande Guerra a circa 40 chilometri da Trieste.

Parcheggiamo l’auto nel piazzale proprio di fronte al Sacrario e ci voltiamo a guardarlo, è impressionante vedere tutti quei bianchi gradoni e pensare che racchiudono innumerevoli tombe. Sono centomila gli uomini hanno perso la vita sul Carso. Piccoli granelli di sabbia. Salendo sul colle e leggendo i loro nomi, la Prima Guerra Mondiale ci sembra lontana. Cento anni sono tanti, ma la parola PRESENTE ripetuta tante volte, risveglia in noi ricordi di guerra che non abbiamo e ci lascia senza fiato.

Arrivati al termine della scalinata e dei gradoni, ci troviamo in cima al sacrario dove c’è una piccola cappella e tre grandi croci in bronzo. Saliamo ancora un’altra scalinata e raggiungiamo l'Osservatorio dove c’è un plastico con l’indicazione geografica delle località delle principali battaglie.

Ai piedi del Sacrario visitiamo i resti di una Trincea blindata. Ci infiliamo in uno stretto fossato scavato a circa due metri di profondità, l’ingresso è buio e così tutto il percorso. Qui i soldati erano protetti dai proiettili del nemico, ma in quel fossato, come in tutte le trincee, vivevano stipati a decine, con la paura costante della morte.

Ci fermiamo per pranzare in un chiosco all’aperto, alla buona, i nostri amici scoprono il frico e i cevapcici che mangiano con gran gusto, è tutto buonissimo!

Ripartiamo per fermarci in un luogo quasi nascosto, conosciuto da pochi, ma molto suggestivo. Vicino a San Giovanni di Duino, si trovano le risorgive del fiume Timavo. In questo spazio verdissimo, il fiume Timavo "risorge" dopo aver percorso 40 km sottoterra.

La vegetazione della zona è incantevole e unica: maestosi pioppi, antichi platani, severi cipressi circondano l'area delle risorgive, come fosse un luogo sacro.

Ci godiamo la trasparenza dell’acqua, il rumore del canale e la tranquillità, siamo i soli a passeggiare in mezzo al verde e questo è impagabile!

Troviamo anche una chiesetta con resti romanici e reliquie di alcuni santi tra cui San Giovanni Battista.

Ripartiamo per la prossima meta. Imbocchiamo la costiera, ma ci fermiamo subito in una delle poche piazzole dove si può lasciare la macchina e ci affacciamo sul golfo, sotto ci sono rocce e ville sparse dentro il verde, è una vista meravigliosa!

Riprendiamo la bella strada panoramica, e la percorriamo fino a Miramare, passando sotto alla Galleria Naturale, vera e propria porta della città, scavata all’interno di una falesia e molto amata da tutti i triestini.

Arrivati al Castello percorriamo un altro piccolo tratto di costa che fa parte di un’area Marina Protetta, infatti c’è un’acqua blu pulita e trasparente e tanti uccelli tra i quali i gabbiani la fanno da padroni, passeggiano in mezzo alla gente come non avessero mai fatto altro.

Sono tanti e diversi, non c’è solo l’imponente ed elegante gabbiano reale ma anche il più esile gabbiano comune, tutti ben riconoscibili per il portamento fiero e l’aria furbetta di chi si aspetta sempre da mangiare.

Continuiamo a camminare e poi lo vediamo: bianco, elegante, spettacolare. Le sue inconfondibili torri si specchiano nell'acqua, è il Castello di Miramare.

Le sue mura hanno ospitato celebri personaggi dell’impero austro-ungarico, e all’interno sono presenti arredi originali dell'epoca ... siamo affascinati dall’idea di visitarlo. Entriamo dopo aver fatto il biglietto.

L'interno è costituito da oltre 20 stanze, ci colpiscono la camera da letto di Massimiliano che è arredata come una cabina di nave, e la "Sala del trono". Seguiamo un percorso prestabilito che si snoda dal pianoterra al primo piano e ammiriamo i sontuosi arredi originali delle sale di rappresentanza, degli appartamenti privati, ricchi di opere d'arte, mobili e oggetti preziosi.

All’uscita ci godiamo gli esterni, un vasto parco di oltre 22 ettari, un giardino all'inglese e all'italiana, ricco di piante rare, sculture e laghetti, che scende con ampi gradoni verso il mare e terminiamo il lungo viaggio arrivando a Trieste all’Hotel San Giusto, dove prendiamo possesso delle camere e disfiamo le valigie.

Nel tardo pomeriggio andiamo in centro e facciamo una piacevole passeggiata lungo il Canal Grande, pittoresco testimone di grandi scambi commerciali, e attualmente uno dei tanti luoghi di ritrovo di questa elegante città.

È l’ora dell’aperitivo e noi siamo affascinati dalla possibilità di godercelo in prossimità dell’acqua. Ci sistemiamo su di una zattera galleggiante, l'atmosfera è rilassata e il panorama perfetto per il primo momento di relax della giornata. Attorno palazzi dall'architettura favolosa, le barche ormeggiate in attesa della marea, ed il sole che tramonta con i suoi meravigliosi colori ....

Poi andiamo un po’ a zonzo, e su di uno dei ponti che attraversano il Canale, incontriamo la statua di James Joyce a grandezza naturale, molto particolare perché pare quasi di camminare con lui in strada...di trovare questa persona e condividere qualche momento...anche solo per una foto.

Ceniamo in una trattoria caratteristica assieme ai nostri amici triestini Laura e Gianfranco e gustiamo prelibatezze locali.

Infine ci godiamo la zona del canale e Piazza dell’Unità.

La Piazza, bellissima durante il giorno, diventa meravigliosa la sera, con i palazzi illuminati e i fari blu sul pavimento che indicano dove era posizionato il vecchio porto detto mandracchio. Dal Molo Audace la vista diventa superlativa. L’impressione è di essere in mezzo al mare e con un solo colpo d’occhio si abbracciano tutte le rive.

Siamo stanchissimi e vogliamo tornare in albergo. Allora andiamo alla fermata dell’autobus che non arriva mai, il nostro purtroppo non fa servizio notturno per cui, dopo un momento di panico, cerchiamo un’altra linea che almeno ci porti vicino e dopo una mezzoretta finalmente possiamo andare a letto!

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