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Immagine del redattoreLannaronca

2 - Tre giorni a Roma - secondo giorno

Mercoledì 16/05/2018

È ancora presto, un gruppetto di noi scende per tempo, già pronto per fare colazione, mentre gli altri stanno ancora dormendo. Ci diamo appuntamento ai Musei Vaticani!

Bighelloniamo un po’ provando ad entrare in piazza San Pietro, ma la fila è così lunga che non ci proviamo nemmeno, così ci avviamo all’appuntamento e ci troviamo con gli altri davanti all’entrata dei Musei Vaticani. Per fortuna saltiamo la fila che c’è all’esterno, chilometrica oserei dire, perché abbiamo prenotato via Internet da casa.

Con la mappa in mano pensiamo “Troppo da vedere!” decidiamo allora di non fare il percorso completo, ma di saltare le collezioni e i musei.

C’è una marea di gente, noi però riusciamo a soffermarci abbastanza a lungo per gustarci la vista delle opere, mentre molti le scorrono così velocemente che mi chiedo se le hanno osservate bene!

Camminiamo lentamente lungo le immense Gallerie dei Candelabri, degli Arazzi e delle Carte Geografiche, quest’ultima ci colpisce molto, una stupefacente successione di quaranta enormi carte geografiche delle regioni italiane e dei possedimenti della Chiesa.

In questo modo arriviamo all’ingresso dell’appartamento di Giulio II della Rovere, che contiene le famose Stanze di Raffaello. In quattro ambienti si susseguono le strabilianti decorazioni del maestro, ma anche per quella dei suoi allievi, così possiamo osservare, sbalorditi, completamente immersi in questi capolavori.

E poi il gran finale: la Cappella Sistina, il luogo in cui si tengono i conclavi per l’elezione dei papi, entriamo e la troviamo in penombra, ma le opere sono illuminate con un sapiente gioco di luci.

Il “Giudizio Universale” di Michelangelo incombe, meraviglioso e terrificante, su tutti noi che a naso in su siamo estasiati!

Intorno, gli affreschi di Perugino, Botticelli, Ghirlandaio e tanti altri. È tutto di una bellezza assoluta, totale! Peccato per una grossa comitiva di coreani che ci accompagnano dall’inizio e che non riescono a stare zitti. Ho ancora nelle orecchie il loro continuo vociare.

Il percorso di visita è finito e noi ci fermiamo un attimo per pranzare e fare il punto della situazione.

Decidiamo di visitate il Padiglione delle carrozze e rimaniamo piacevolmente stupiti. Ci piace molto vedere tutte le papamobili, le portantine, le carrozze, che sono servite per gli spostamenti dei Papi attraverso la storia.

Per uscire scendiamo lungo la meravigliosa scala elicoidale progettata negli anni quaranta dall’architetto Momo.

Siamo esausti e dopo tre ore mezza di visita ci dividiamo: noi torniamo in hotel per riposarci, mentre gli altri vanno in perlustrazione a San Pietro.

Dopo una bella fila per i controlli riescono ad entrare nella splendida piazza San Pietro. Il colonnato del Bernini è maestoso, specialmente visto da Via della Conciliazione, sembra quasi abbracciarti dai due lati, è un posto magico. Purtroppo la fila per entrare nella famosa Basilica è improponibile e il tempo poco, per cui si accontentano di passeggiare ed ammirare l’esterno della Basilica e la meraviglia di questa piazza che lascia tutti senza fiato.

Poi il gruppo va a vedere Castel Sant'Angelo, una fortezza che si trova lungo la riva destra del Tevere, non lontano dal Vaticano.

È imponente e bellissimo! Non si fanno mancare nemmeno due passi sul Ponte Elio, chiamato anche "degli angeli" per le sue meravigliose sculture di angeli e santi. Anche se velato dalla patina degli anni, affollato di turisti e occupato dai venditori ambulanti, la vista dal ponte offre a tutti una panoramica di scorci tra i più belli in assoluto di questa incredibile città.

Ci ritroviamo nella hall dell’albergo alle sei del pomeriggio, per uscire nuovamente tutti insieme, noi siamo riposati e carichi, gli altri un po’ meno! La meta di questa sera è una passeggiata nell’ex Ghetto Ebraico e la cena da Giggetto, una delle trattorie più famose e caratteristiche.

Prendiamo un tram fino in stazione, poi un autobus e finalmente approdiamo ad una piccola piazzetta con una bellissima fontana rinascimentale. È la fontana delle tartarughe, poco conosciuta, ma elegante e suggestiva.

Da qui entriamo nel cosiddetto Ghetto ebraico, quasi un paesino a sé, stupendo angolo di storia, anticamente abitato da povera gente, oggi pittoresco e vivace angolo di Roma, frequentato da romani e turisti, per la sua innegabile bellezza architettonica, ma anche per i numerosi locali gastronomici che offrono specialità della cucina romana ed ebraica.

Noi quasi ci perdiamo nei suoi tanti vicoli stretti.

È un luogo della memoria, una memoria che è sempre presente tra le sue case e le sue strade. Le targhe sui muri, le mattonelle commemorative inserite tra i sanpietrini ci ricordano le vittime deportate nei campi di concentramento, sono lì ai nostri piedi e nel nostro cuore.

E poi, lungo la via principale, nel cuore del quartiere, proprio di fronte alla Sinagoga, anch’essa chiusa, ci imbattiamo nel Portico d’Ottavia, bellissimo porticato monumentale della Roma antica e mentre il sole va calando, cerchiamo di fissare nelle foto la sua bellezza.

Il nostro ristorante è proprio lì accanto, Giggetto, una delle più suggestive osterie romane, conosciuta per i piatti fatti con ricette semplici e gustose dell’antica cucina romana, ma soprattutto per i carciofi alla giudia che non vediamo l'ora di assaggiare, visto che sono il vero e proprio vanto della loro cucina.Ci sediamo all’esterno ed è bellissimo lì, di fianco al Portico d’Ottavia, vedere calare il sole e accendersi i lampioni. Il cameriere è simpatico e ci racconta il menù con uno spiccato accento romanesco, si presta anche a farci delle foto. Mangiamo molto e bene, ma spendiamo anche molto, che ci vuoi fare, si paga anche il luogo!

Prima di tornare all’albergo passiamo per una deliziosa piazzetta, irriconoscibile di sera, ma veramente suggestiva: Campo dei fiori, piena di ristorantini e di gente che passeggia.

Scopriamo un locale che si chiama Magnolia, come il nostro gruppo così cerchiamo di farci fotografare senza farci vedere dal cameriere, ma lui ci scorge lo stesso e così Duilio si inventa la storia che siamo un’organizzazione no profit dedita al “godereccio”, viaggi, cibo e bevute. Cerchiamo di non ridere, ma il cameriere ci crede e chiama anche il titolare che ci dà la mano e ci invita per la sera successiva.

Scappiamo via come se avessimo 10 anni e una gran paura di venire scoperti!!!!

Ormai è tardi, e noi vogliamo solo tornare in hotel, aspettiamo l’autobus che si fa attendere, ad un certo punto perdiamo le speranze e pensiamo ad un taxi, ma finalmente lui arriva, sulle nostre facce è ben stampata la parola ... STANCHI!

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